Curriculum
La nostra storia

Tante volte ci viene chiesto: Come è nato il Trio Broz?
Come è stata la vostra vita assieme fino ad ora?
Quali eventi hanno particolarmente segnato la vostra crescita?
Ecco un breve racconto e... qualche aneddoto.
1993 - 2008: i nostri primi 15 anni assieme

“Oh, ecco che arriva il Trio Broz!” così, con tanto entusiasmo e non poco affetto ci accoglieva dal pianerottolo del primo piano il bidello della Scuola Musicale “R.Zandonai” di Rovereto, quando tutti assieme, accompagnati da nostra madre, varcavamo la soglia per andare a lezione. Klaus 7 anni, Giada 8 e Barbara 12. Non pensavamo ancora di suonare assieme e nemmeno ce lo saremmo mai aspettato, eppure eravamo già chiamati così.

Poi nell’estate del 1993 partecipammo tutti e tre ad una settimana di musica da camera organizzata da alcuni docenti del Mozarteum in un paesino dell’Alta Austria, Zell an der Pramm, e per iniziativa del Maestro Bruno Steinschaden – allora direttore dei corsi e docente di violino -, ci trovammo impegnati nello studio del I° Trio Viennese di Haydn, per due violini e violoncello. Ci aspettavamo di essere coinvolti in gruppi cameristici con altri giovani europei ed invece il Maestro aveva pensato di farci provare a suonare assieme. Stupiti abbiamo seguito il suo consiglio; ci è piaciuto, abbiamo eseguito il nostro Haydn al concerto finale del corso e, pochi mesi dopo lo abbiamo replicato a Rovereto, quali giovanissimi ospiti di una della selezioni del T.I.M. In quell’occasione serviva un nome di gruppo e senza alcun dubbio ci presentammo come il “Trio Broz”.

Ciò che più stupisce il pubblico, ancor prima di sentirci, è proprio la nostra parentela: siamo fratelli che amano suonare assieme e condividere le emozioni forti che ci regala la musica. Per quale motivo suoniamo tutti e tre non lo sappiamo; i genitori non sono per nulla musicisti e non ci hanno mai spinto a percorrere questa strada; in tenera età ci hanno dato la possibilità di conoscere ed imparare tante cose, con corsi di ginnastica, danza, nuoto, sci ed avviamento alla musica. Quest’ultimo verosimilmente è quello che più ci ha appassionato e così, interrompendo poi gradatamente ogni altra attività, ciascuno di noi all’età di 7 anni ha sostenuto l’esame di ammissione presso la Scuola Musicale della nostra città e si è dedicato sempre più alla musica.

“Il Trio Broz suona a memoria!” ha sottolineato con non poco stupore Goffredo Gori in una critica apparsa su di noi sulla Nazione di mercoledì 18 agosto 2004 e lo stesso stupore lo abbiamo visto anche sui volti del nostro pubblico. Effettivamente non è consueto vedere un gruppo da camera suonare a memoria, ma per noi non è una fatica, anzi è una agevolazione; l’origine di questa abitudine risale ancora al 1995, anno in cui ci presentammo e vincemmo il nostro primo concorso. Era pomeriggio ed attendevamo impazienti il nostro turno in una sala della Scuola Musicale di Albosaggia. Nell’attesa iniziammo a ripassare la Sonata da Chiesa op.1 n.6 di Corelli con la quale ci presentavamo.

La stavamo suonando a memoria per pigrizia – non volevamo aprire i leggii – quando ci accorgemmo che stavamo suonando meglio: ci guardavamo di più, eravamo più precisi nel sincronismo e molto più attenti ai rapporti di dinamica. Così, a mezz’ora di distanza dall’esibizione ci decidemmo a rischiare: leggii bassissimi ed il patto di non leggere. Vincemmo il primo premio assoluto e decidemmo che quella sarebbe stata la nostra strada. Abbiamo poi conosciuto vari grandi Maestri e tutti, quattro in particolare, ci hanno sostenuti in questa scelta: Norbert Brainin, Rocco Filippini Milan Ŝkampa e Piero Farulli.

Quest’ultimo, che è stato ed è tuttora importantissimo per la nostra formazione continua ad insistere sulla memoria, anche per quei pezzi strutturalmente e tecnicamente molto complessi; anche quando facemmo l’ammissione ai suoi corsi di perfezionamento di quartetto presso la Scuola di Musica di Fiesole ci mise alla prova al riguardo: ufficialmente il suo corso era solo per quartetti d’archi. Ciononostante, dopo molteplici insistenze presso la Segreteria della Scuola, ricevemmo la notizia che il Maestro ci avrebbe concesso un’audizione. Fummo convocati all’inizio di marzo (2004) e ci fecero attendere il Maestro nell’Auditorium Sinopoli. Quando giunse, austero e con sguardo severo, quasi non ci salutò e con tono imperioso ci chiese: “Cosa volete?” Un po’ intimoriti e con un certo rispetto reverenziale affermammo di voler studiare musica da camera sotto la sua guida ed egli con lo stesso tono di poc’anzi ci interruppe così: “ Al giorno d’oggi c’è troppo poco amore per poter suonare bene la musica da camera, ma se proprio volete, cominciate!” Si sedette e noi cominciammo a suonare. Per più di un’ora continuativa gli eseguimmo a memoria vari brani che avevamo in repertorio, senza che egli dicesse nulla o esprimesse in qualche modo segni di apprezzamento o disapprovazione. Ad un certo punto ci fermò così: “ Venite, andiamo in Segreteria a sistemare la vostra iscrizione!” E in questo modo fummo il solo trio d’archi che abbia partecipato ai suoi corsi di quartetto, sia presso la Scuola Musicale di Fiesole, sia presso l’Accademia Chigiana di Siena, dove preparammo il programma con cui vincemmo il Concorso per Trio e Quartettodi Vittorio Veneto.

Il Primo Premio Assoluto presso questo concorso è stato per noi un traguardo importante che ci ha aperto molte strade: abbiamo avuto molte richieste di concerti ed anche un CD per la MV Cremona (distribuito dalla Bottega Discantica di Milano) che, oltre alle nostre capacità musicali, ha trovato acusticamente molto interessante l’amalgama che formano i nostri strumenti, nati tutti dalla mano del liutaio cremonese Marcello Villa. Essi ci accompagnano sempre in ogni occasione e forse, essendo fratelli come noi, sanno fondersi e valorizzarsi reciprocamente proprio come noi pensiamo debba essere la musica da camera. In questo senso è stata per noi molto emozionante ed educativo un episodio recente: lo scorso 22 ottobre siamo stati incaricati di suonare, in occasione del festeggiamento del 60° anniversario dell’Associazione Commercianti di Cremona, tre strumenti favolosi, facenti parte della Collezione di Palazzo Comunale di Cremona: il violino “Cremonese” 1715 di Antonio Stradivari, la viola 1615 di Antonio e Girolamo  Amati ed il violoncello “ex-Cristiani” 1700 di Antonio Stradivari. A parte l’emozione per un simile onore – prima di questa data sono stati in concerto assieme una sola volta, precisamente il 23 gennaio 2007, nelle mani di Maestri quali Salvatore Accardo, Francesco Fiore e Rocco Filippini – è stato straordinario poter sentire e provare di persona a far musica da camera con questi strumenti: la ricchezza di armonici ed il timbro maturo creavano solidi impasti nei punti accordali e tuttavia mantenevano ben udibili i caratteri distinti dei tre strumenti dove l’andamento delle voci si differenziava. Siamo tornati ai nostri strumenti forse con un po’ di rammarico, ma con la percezione diretta di ciò vogliamo perseguire.

Grazie sempre al Concorso di Vittorio Veneto potemmo esibirci, durante il concerto di premiazione, davanti a vari presidenti di Gioventù musicali europee e ciò ci procurò le tournèe in Spagna (2006) ed in Germania (2007). L’ultimo tour che abbiamo fatto (Balcani, luglio 2007) è stato invece frutto della selezione al concorso “Nuove Carriere” 2006 indetto dal CIDIM.

Si è trattato di una esperienza decisamente entusiasmante, anche grazie al fatto che i nostri concerti fossero parte di un ampio progetto di diffusione dell'ascolto della musica come mezzo per un importante ricostruzione culturale in paesi di evidente difficoltà sociale. L'attenzione ed il profondo rispetto seguiti dal caloroso apprezzamento manifestatici dal pubblico delle varie serate è stata per noi motivo di orgoglio e sprone per un continuo miglioramento. Conseriviamo di quei giorni moltissimi ricordi, ma in particolare siamo certi che non dimenticheremo mai la sera del concerto a Fojnica (Bosnia); al termine del concerto siamo stati invitati da alcuni ragazzi ad una cena tradizionale che avevano preparato per noi. Ci accolsero nell’oratorio della basilica in cui avevamo suonato e cominciarono a servirci come dei re. Eravamo noi stessi imbarazzati per tanto zelo e tuttavia percepivamo anche da parte loro una certa atmosfera mista di attesa ed anche un po’ di imbarazzo, finchè uno di loro ci chiese timidamente se avremmo gradito un po’ della “loro” musica. In un istante apparvero una ventina di tamburice (una specie di chitarre tradizionali di varie dimensioni) ed essi iniziarono a suonare e cantare per noi con un entusiasmo che non ci saremmo mai aspettati. Poi ci fu spiegato: il nostro concerto nella loro basilica era stato il primo avvenimento di musica classica dopo 15 anni di silenzio dovuti alla guerra e volevano ringraziarci per questo. Ci siamo commossi. Dopo alcuni brani alcune ragazze iniziarono anche a ballare ed in men che non si dica ci trovammo coinvolti in balli di gruppo tradizionali bosniaci. Non avremmo mai immaginato che da un concerto potesse nascere tutto questo e quella serata ci ha insegnato veramente come la musica sappia legare le persone, oltre ogni differenza culturale!

Anche il 2008 ci ha regalato esperienze uniche e traguardi importanti: abbiamo registrato in prima mondiale la trascrizione per trio d'archi delle Variazioni Goldberg di Bach elaborata dal Maestro Bruno Giuranna che ci ha donato la partitura e ci ha offerto tutta la sua disponibilità ad analizzare, studiare ed approfondire la partitura; possiamo dunque dire di eseguire la sua trascrizione nella sua precisa intrpretazione e ciò è veramente importante per noi sia per l'enorme stima che nutriamo nei suoi confrinti, sia per il fatto che, come si sa, il testo bachiano non presenta indicazioni agogiche e dunque la trascirzione è inscindibile da un'idea esecutiva. Abbiamo poi concluso i nostri studi specialistici in musica da camera sia presso l'Accademia di Santa Cecilia di Roma sotto la guida del Maestro Rocco Filippini (tutti e tre col massimo dei voti) sia presso la Scuola di Musica di Fiesole sotto la guida dei Maestri Andrea Nannoni e Piero Farulli con 110 e lode.

Nel frattempo siamo stati ospiti del Festival internazionale delle Arti di Harare in Zimbabwe e, oltre a recarci per la prima volta in Africa, siamo stati protagonisti di una manifestazione culturale particolarissima. Il difficile contesto politico-sociale di quei mesi (il festival si è svolto a fine aprile, poche settimane dopo le prime elezioni presidenziali in cui Mugabe è risultato perdente) non solo è stato vissuto dall'organizzazione e dagli artisti coinvolti come una sfida, ma ha provocato nella popolazione e nei musicisti locali una reazione fortissima, interpretando l'evento come un mezzo di ribellione contro i sopprusi politici che stavano subendo in quel periodo. E' stato per noi davvero toccante essere fermati al termine degli spettacoli da persone che ci ringraziavano per aver partecipato con la nostra musica alla "liberazione dello Zimbabwe". Noi, prima di giungere ad Harare, pensavamo che ci saremmo esibiti in alcuni concerti come spesso capita; ci siamo invece trovati coinvolti in un movimento culturale che non avremmo mai immaginato e ci ha fatto notevolmente rivalutare il potere della musica, anche quella classica!
Siamo grati a tutti coloro che ci hanno seguito
e continuano a esserci vicini
in questo bellissimo percorso.