Programma classico-romantico
Serenata in Trio
Ludwig van Beethoven: Serenata op.8 in Re maggiore
Marcia, Allegro
Adagio
Menuetto
Adagio - Scherzo - Adagio - Allegro molto Adagio
Allegretto alla Polacca
Thema con variazioni - Allegro - Marcia
Jean Sibelius: Trio in Sol min.
Largo
Fausto Sebastiani: Elegia per violino viola e violoncello
dedicata al Trio Broz
Ernst von Dohnanyi: Serenata per archi op.10
Marcia, Allegro
Romanza, Adagio non troppo, quasi andante
Scherzo, Vivace
Andante con moto
Finale, Allegro vivace
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Note al Programma
La Serenata op.8 di Ludwig van Beethoven è, come indica il numero d'opera, una delle sue prime composizione ed addirittura in assoluto il suo secondo esperimento nell'ambito della musica da camera per soli archi. Come il precedente Trio op.3, essa risente fortemente dell'influenza del Divertimento per archi KV 563 di Wolfgang Amadeus Mozart anche se evidenzia già marcatamente una netta differenza stilistica fra i due Maestri. I parallelismi sono infatti più formali che musicali: vi sono in entrambe 6 tempi, a cui però Beethoven aggiunge in coda una ripresa della Marcia iniziale e sostituisce al secondo Minuetto, una Polacca; il suo Tema con variazioni, seppur ancora rigidamente legato alla forma, è impreziosito da una splendida cantabilità e delle scelte timbriche raffinatissime. Un capolavoro fresco, distante dal Beethoven della maturità, eppure frutto di una mano già consapevole e innovativa.
Solo recentemente si è cominciato a conoscere il primo periodo compositivo di Jean Sibelius (1865-1957). Dopo la sua morte solo Erik Tawaststjerna ebbe accesso ai suoi manoscritti e li analizzò, ma anche questa attività rimase pressocchè sconosiuta. La situazione cambiò quando, nel 1982, la famiglia di Sibelius decise di donare gli autografi del Mestro alla biblioteca dell'Università di Helsinki: si scoprì allora che gli anni si studio presso l'Istituto Musicale di Helsinky furono per il compositore particolarmente prolifici nell'ambito della musica da camera. Il Trio il Sol Maggiore, datato dal compositore 1885 ma, secondo studi approfonditi attribuibile ad un decenni o più tardi, è probabilmente il primo movimento di un trio per archi mai terminato di cui restano poche altre pagine di appunti. Si tratta di una composizione molto particolare in cui egli sperimenta una commistione fra il lied, la forma sonata ed il tema e variazioni, scritta con l'ampio respiro e l'intensità emotiva che caratterizzano le sue opere più mature.
Nel 2005 il Trio Broz vinse il "Premio Stefania Azzaro" ed in occasione del concerto di premiazione il compositore Fausto Sebastiani (*1962) fu incaricato di scrivere per il Trio un brano, in memoria della violinista scomparsa. Il pezzo affronta il tema della morte, del dolore per la perdita di una persona cara, del sentimenti d'amore col quale ci si sente ad essa ancora legati ed un riappacificamento spirituale nell'accettazione del tragico evento rivisitando il "Tristan Akkord" di Wagner, l'accordo enigmatico con cui il compositore tedesco inizia il suo capolavoro operistico "Tristan und Isolde".
Ernst von Dohnanyi, brillante pianista, abile direttore d'orchestra e valido insegnante, viene solitamente ascritto nella schiera degli artisti del XX sec. (morì nel 1960), ma la sua musica continua la grande tradizione del periodo romantico arricchendola con spunti e temi tratti dal repertorio musicale popolare della sua patria ungherese. La sua opera completa non annovera più di 48 composizioni e la Serenata per archi op. 10 è l'unica sua creazione per trio. Apparentemente in 5 tempi, la Serenata è composta in realtà dai 4 tempi classici, alternati di carattere secondo le consuetudini settecentesche in lento - veloce - lento - veloce, preceduti da una introduzione quasi marziale che, unita da una comunanza di temi alla parte conclusiva dell'Allegro vivace, crea una piacevole cornice all'intero lavoro.
Particolarmente interessante risulta la sua tripartizione dei vari tempi che, se lenti, presentano al loro interno un episodio più agitato, se veloci, più disteso.
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