Note al Programma
Manuel Maria Ponce (Fresnillo, 8 dicembre 1886 - Ciudad de Mexico, 24 aprile 1948), compositore messicano della prima metà del Novecento, approfondì la sua formazione musicale in Europa, studiando pianoforte con Martin Krause a Berlino, composizione con Marco Enrico Bossi a Bologna e poi ormai quarantenne con Paul Dukas a Parigi. La sua produzione, variamente ispirata al folclore indo-messicano ha contribuito all'affermarsi del nazionalismo musicale in Messico, di cui è considerato il capostipite. Il suo Trio para violin, viola y violoncello, dedicato ai tre fratelli Cecile, Carlos e Carlitos Prieto, presenta in maniera chiarissima il suo stile, strutturalmente imperniato sulla tradizione musicale europea (il primo movimento è in forma sonata, il secondo movimento è un Minuetto, il finale un Rondò) ma tematicamente ispirato a motivi ispano-americani: ne è un esempio lampante il terzo tempo, Canción, in cui i tre strumenti cantano alternativamente il languido tema di una serenata.
Titolare del corso di "Composizione di musica per film" presso l'Accademia Chigiana di Siena, docente presso l'Accademia di cinema ACT MULTIMEDIA a Cinecittà a Roma, Luis Bacalov (Buenos Aires 1933) è annoverato fra i più illustri compositori viventi. Originario argentino e naturalizzato italiano, è rinomato principalmente come compositore di musica da film (Premio Oscar per le musiche del film Il postino, 1995).
Nel 2010 egli si è dedicato anche alla stesura del suo primo trio d'archi, dedicato al Trio Broz. In questo pezzo, apparentemente in 3 movimenti, ma in realtà diviso in vari episodi collegati tematicamente e idealmente in una forma ciclica, si alternano umorismo e cantabilità quasi romantica. Ritmiche irregolari costellano un discorso di microstrutture che si combinano in un'unità di pensiero tutt'altro che frammentata.
Heitor Villa-Lobos (Rio de Janeiro, 5 marzo 1887 - Rio de Janeiro, 17 novembre 1959) scrisse il trio per archi a Rio de Janeiro, in seguito al suo ritorno definitivo in patria. Egli scrisse ben 17 quartetti per archi, ma un solo trio, nel quale sperimentò la distribuzione della sua scrittura densa e ritmicamente complessa su solo tre strumenti. Il suo Trio vide la luce nello stesso periodo del quartetto n. 8 e 9 e delle Bachianas Brasileiras n.5 e 9. Il confronto con Bach lo spinge ad un forte intento polifonico ed al contempo alla composizione di ritmiche brasiliane tramite la sovrapposizione di interventi ben distinti da parte delle varie voci. Atmosefere sognanti e timbriche impalpabili si alternano a passaggi trascinanti in cui, più dei dei quartetti, egli si spinge fino ai confini della propria concezione musicale. |